Dai tempi di Costantino il cristianesimo ha legato la sua storia a quella del potere politico ed economico. Quando si fa satira alla religione, nella quasi totalità dei casi, si tratta di satira nei confronti di una istituzione che esercita un forte potere.
In occasione delle celebrazioni per l'Unità d'Italia sono tornate alla luce le innumerevoli vignette satiriche che hanno accompagnato la lotta tra Laici e Chiesa Cattolica da metà ottocento fino al secondo dopoguerra.
Una buona ragione per scherzare sulle religioni potrebbe derivare dalla necessità del dialogo interreligioso.
Sergio Sorrentino nel saggio "Le ragioni del dialogo" [ ] cerca di mettere alcuni paletti al dialogo tra le religioni che, peraltro, lui ritiene necessario :
In positivo egli sostiene che per dialogare, le religioni devono essere disposte a:
prendere distanza dalla propria identità (capacità di autocritica);
avere consapevolezza profonda della propria esperienza;
praticare il riconoscimento dell'estraneo;
entrare in sintonia con l'estraneo riconosciuto e con la sua identità (empatia).
Evviva! Capacità di autocritica vuol dire proprio saper ridere di sé.
Ciascuna religione dovrebbe essere capace di rapportarsi all'altra ponendosi, e facendosi porre, sullo stesso piano. Senza pretese di superiorità. Rinunciando al facile sport di deridere le stranezze dell'altro e incominciando a ridere delle proprie incongruenze.
Facile no?
Purtroppo ciascuna fede religiosa (fatta esclusione per Bahai) è esclusiva.
Già all'interno di ciascuna religione, cristianesimo in testa, le scomuniche sono all'ordine del giorno. E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un esponente religioso possa affermare che la fede dell'altro è migliore o che presenta aspetti positivi che la propria non ha.